L’Italia del 2024 è un paese inquieto, in un continente inquieto, dentro un mondo ancora più turbolento e in apparenza fuori controllo. Guerre, ingiustizie, squilibri economici, democrazie mutanti, enormi cambiamenti sociali. Siamo sulle soglie di un baratro, o ci stiamo solo trasformando in qualcosa di completamente nuovo? Che ruolo (anche politico) può svolgere l’arte e la cultura in tutto questo? Che cosa manca all’Italia – il paese di Amelia Rosselli, di don Milani, di Elsa Morante, di Alessandro Leogrande – per opporre dignità e bellezza alle brutture di questa fase storica? Un gruppo di intellettuali e scrittori, moderato da Nicola Lagioia, prova a rispondere a queste domande. Tre interviste d’autore.
Tomaso Montanari è storico dell’arte, saggista, rettore dell’Università per stranieri di Siena. Ha sempre legato i suoi studi e le sue riflessioni sull’arte ai temi degli spazi pubblici come luoghi di democrazia e dei beni comuni. È spesso intervenuto (partendo dal meglio del pensiero cristiano e progressista italiano) sulle vicende politiche italiane degli ultimi anni, in modo schietto, a volte polemico, sempre a difesa dei principi costituzionali. Con lui Nicola Lagioia proverà a capire quali sono i rischi che corre il nostro paese e le speranze di un futuro degno di essere vissuto che pure alimentano questo periodo.
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