Operastracci

Teatro Kismet

Operastracci

Teatro Kismet OperA
Lunedì 5 dicembre 2016 ore 10.00


NB I contenuti di questa pagina compongono la scheda didattica
che è possibile richiedere a scuole@teatridibari.it


Lo spettacolo

Quando ero piccolo a casa dei miei nonni l’unica musica erano le arie del melodramma, mio nonno non aveva studiato ma conosceva a memoria tutte le arie del melodramma. Da allora queste mi accompagnano ogni volta che incontro la tenerezza, la rabbia, l’amore. Misteriosamente affiorano alla memoria possenti voci di tenori, altissime note da soprano. Non so perché ma so che mi piace. Uno spazio scenico, simile ad un Ring, ricoperto di stracci, (chi di noi non giocava sotto le lenzuola?, chi di noi non ha giocato con gli stracci?) E questi diventano tutto ciò che riusciamo ad immaginare, veli, palloni, guantoni, pance, bambole/marionette che giocano con gli attori, che si fanno carico dei sentimenti più forti, la tenerezza, il ricordo, l’elaborazione della perdita. Occorrono 30 metri di stoffa per confezionare una sola delle marionette fatte di stracci e che nascono dalle mani degli attori sotto la vista degli spettatori. Ci vuole un’ora per tentare di raccontare i sentimenti di due ragazzi che si incontrano, si conoscono, si scoprono, crescono insieme sino a quella misteriosa unione tra due vite, sino alle sue estreme conseguenze: la separazione e “la perdita”. E’ quanto occorre per poter raccontare il mistero dei legami , degli affetti. Gli attori sempre in scena (due donne ed un uomo), “giocano” sulla musica e sulle voci del melodramma, raccontando due storie parallele tra loro: quella di due ragazzi (un uomo ed una donna) e della parabola della loro vita, del loro incontro da fanciulli sino all’età adulta; e quella di spaurite marionette grandi come persone, fatte di stracci, spettatori della prima vicenda. Tutto lo spettacolo è avvolto da arie del melodramma, a sorreggere le atmosfere, le emozioni e persino i giochi, con la misteriosa magia con cui una voce lirica riesce sempre a coinvolgere chi l’ascolta.

Note di Regia

Tentare di mettere insieme azioni teatrali senza parole con il melodramma e la narrazione di un arco di vita è stata una interessantissima scommessa. Abbiamo improvvisato, costruito distrutto un sacco di materiale, ascoltato tantissime arie del melodramma dalle più note alle più sconosciute, abbiamo dovuto attraversare insidiose incertezze (dove stiamo andando? Che senso ha ciò che stiamo facendo, costruendo?) per fortuna accompagnati sempre dalla solida struttura del melodramma. Lo spazio scenico rigorosamente geometrico e le scenografie rigorosissime nella loro semplicità sono state il terreno ideale per far dialogare il rigore del tempo musicale con l’agire degli attori. Attori che hanno dovuto incontrare e scoprire tecniche, maestrie, magie per abitare lo spazio scenico senza poter usare la parola, ma affidandosi solo al rigore del loro corpo, della loro disciplina. Come in tutti i giochi che si rispettino, solo giocando abbiamo capito dove e come stavamo andando, ed anche compreso il gioco nella sua espressione più alta (quello dei bambini, degli amanti, della vita).

Da un’idea di: Enzo Toma e Silvia Ricciardelli
Con: Anna Chiara Ingrosso, Emanuela Pisicchio, Fabio Zullino
Regia, Drammaturgia e Costumi: Enzo Toma
Scenografia e Luci: Lucio Diana
Cura della messa in scena: Silvia Ricciardelli
Scene realizzate da: Mario Daniele
Cura Tecnica: Alessandro Cardinale
Sarta di Scena: Angela Chezzi
Cura della produzione: Laura Scorrano
Tecnica utilizzata: Teatro d’attore, Teatro danza, Teatro di figura (Bunraku)

Età consigliata: dai 7 anni in su


La compagnia

Il progetto artistico di Koreja è fatto di “opere” di “azioni” e di “storie” (piccole o grandi che si voglia) che partono da lontano e soprattutto dall’esigenza profonda di costruire nel nostro amato/odiato Sud una “residenza del teatro e della cultura” aperta alle innovazioni, al confronto fra le diverse generazioni, un caleidoscopio di arti generi e pratiche dove alle nostre radici abbiamo sempre dato la stessa attenzione e importanza delle radici e delle lingue degli altri, in un rapporto di reciproco rispetto. Evitando soggezioni millenarie ma anche stupidi orgogli provincialistici, con tanta voglia di conoscere e sperimentare nuove direzioni, linguaggi e poetiche. Un progetto ad ampio raggio che vive dentro e fuori i Cantieri Teatrali in un continuo viaggio di andata e ritorno. Opere, azioni e storie vuol dire produzione di spettacoli teatrali che nascono all’interno dei Cantieri e che si misurano con il pubblico più ampio (ragazzi, giovani e adulti) in occasione delle tournée, vuol dire ospitalità di compagnie ed artisti, incontri culturali, mostre, installazioni, prove aperte che da qualche anno raccogliamo all’interno di Strade Maestre, vuol dire attività di formazione teatrale rivolta soprattutto ai giovani ed ai soggetti svantaggiati, vuol dire infine un dialogo permanentemente aperto con il pubblico e con le istituzioni.

“Aradeo è uno dei 99 comuni ai confini dell’impero. Nel salento. Quel lembo di terra che affonda nello Jonio e a scuola t’insegnano a riconoscere come tacco d’Italia. Aradeo non ha un teatro, ma nei comuni attorno ce ne sono molti ormai abbandonati dagli anni. Per fare i bagni in venti minuti arrivi a Gallipoli. A Gallipoli c’è il mare e c’è anche il teatro. Chiuso. Il 17 maggio del ’91 al neoeletto assessore alla cultura venne l’irrefrenabile desiderio di riaprire quello spazio dimenticato dal tempo e invitò gli esperti per l’adeguamento alle vigenti norme di sicurezza. L’appuntamento era per le 11.00, ma il tempo al sud scivola facile e così alle 12.45 finalmente le cesoie tagliarono il catenaccio. Le chiavi nessuno più sapeva dov’erano. Quando il pesante portone si aprì un rapido raggio di sole illuminò la tavola imbandita e fumante. “Volete favorire? Prego!” Disse il capofamiglia. E tra un bicchiere e l’altro raccontò che il “basso” in cui vivevano da sempre, appoggiato alla parete del teatro, aveva naturalmente sconfinato sul palcoscenico. Perchè mancava la camera da pranzo. Il teatro di Gallipoli è ancora chiuso ma c’è una famiglia che da sempre, all’ora di pranzo, comincia a recitare…”

http://www.teatrokoreja.it/


chi l’ha già visto

“La compagnia teatrale Koreja ha invitato alcune classi della nostra scuola ad assistere allo spettacolo “Operastracci”. Siamo entrati in una sala molto simile a quelle dei cinema, ci siamo accomodati e via…una storia ricca di sentimenti rappresentati da un mucchio di stracci e tre attori.” – Ludovica D’Amico – II A Scuola Secondaria di I grado di Soleto

“Lo spettacolo “Operastracci” è una rappresentazione teatrale sui sogni e sui sentimenti di due ragazzi che si incontrano, si conoscono, crescono e diventano adulti.” – Francesco Torsello e Isabella Trevisani – II A Scuola Secondaria di I grado di Soleto

Il 20 ottobre scorso, sono andato con la mia classe, la 2A della scuola media di Soleto, a Lecce al teatro Koreja. Appena arrivati, ho avuto una strana sensazione: non mi sembrava di essere ad un teatro, eravamo in periferia, c’era un enorme muro con disegni strani e poi l’entrata. All’interno le parei del foyer erano colorate di nero, un signore suonava il pianoforte e vi erano tantissimi tavolini e un BAR. Ho iniziato a immaginare come potesse essere lo spettacolo in programma “Opera a Stracci”, ma non mi venivano idee.” – Andrea Marra – II A Scuola Secondaria di I grado di Soleto

Estratti da “Eolo” a cura di Mario Bianchi


Prima della visione: spunti


Opera: Das Rheingold
Compositore: Richard Wagner
Librettista: Richard Wagner
Brano: Preludio
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Album: In cerca di cibo
Autori: Gianluigi Trovesi, Gianni Coscia
Brano: El Choclo
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Piano Sonata No.11 in A major, K.331/300i
Compositore: Wolfgang Amadeus Mozart
Brano: Rondò alla turca
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Opera: Le nozze di Figaro
Compositore: Wolfgang Amadeus Mozart
Librettista: Lorenzo Da Ponte
Aria: Non più andrai farfallone amoroso
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Il testo:

Non più andrai, farfallone amoroso,
notte e giorno d’intorno girando;
delle belle turbando il riposo
Narcisetto, Adoncino d’amor.
Non più avrai questi bei pennacchini,
quel cappello leggero e galante,
quella chioma, quell’aria brillante,
quel vermiglio donnesco color.
Tra guerrieri, poffar Bacco!
Gran mustacchi, stretto sacco.
Schioppo in spalla, sciabla al fianco,
collo dritto, muso franco,
un gran casco, o un gran turbante,
molto onor, poco contante!
Ed invece del fandango,
una marcia per il fango.
Per montagne, per valloni,
con le nevi ed i sollioni.
Al concerto di tromboni,
di bombarde, di cannoni,
che le palle in tutti i tuoni
all’orecchio fan fischiar.
Cherubino alla vittoria:
alla gloria militar!


Opera: Pagliacci
Compositore: Ruggero Leoncavallo
Librettista : Ruggero Leoncavallo
Aria: Vesti la giubba
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Il testo:

Recitar! Mentre preso dal delirio,
non so più quel che dico,
e quel che faccio!
Eppur è d’uopo, sforzati!
Bah! sei tu forse un uom?
Tu se’ Pagliaccio!
Vesti la giubba,
e la faccia infarina.
La gente paga, e rider vuole qua.
E se Arlecchin t’invola Colombina,
ridi, Pagliaccio, e ognun applaudirà!
Tramuta in lazzi lo spasmo ed il pianto
in una smorfia il singhiozzo e ‘l dolor
Ah, ridi, Pagliaccio,
sul tuo amore infranto!
Ridi del duol, che t’avvelena il cor!


Opera: Rigoletto
Compositore: Giuseppe Verdi
Librettista – Francesco Maria Piave
Aria: Questa o quella per me pari sono
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Il testo:

Questa o quella per me pari sono
a quant’ altre d’ intorno
d’intorno mi vedo,
del mio core l’impero non cedo
meglio ad una
che ad altre belta’
La costoro avvenenza
e’ qual dono di che il fato
ne infiora la vita
s’ oggi questa
mi torna gradita
forse un’ altra
forse un’ altra doman lo sara’
e forse un’ altra doman lo sara’
La costanza
tiranna del core detestiamo
qual morbo
qual morbo crudele,
sol chi vuole
si serbi fedele
e non v’e’ amor no no
se non v’e’ liberta’.
De’ i mariti il geloso furore,
degli amanti le smanie derido,
ancor d’ Argo
i cent’occhi disfido
se mi punge, se mi punge
una qualche belta’
e se mi punge
una qualche belta’.


Opera: Elisir d’Amore
Compositore: Gaetano Donizetti
Librettista: Felice Romani
Aria: Una furtiva lagrima
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Il testo:

Una furtiva lagrima
negli occhi suoi spuntò…
quelle festose giovani
invidiar sembrò…
Che più cercando io vo?
M’ama, lo vedo.
Un solo istante i palpiti
del suo bel cor sentir!.
Co’ suoi sospir confondere
per poco i miei sospir!…
Cielo, si può morir;
di più non chiedo.


Opera: La Cenerentola
Compositore: Gioachino Rossini
Librettista: Jacopo Ferretti
Aria: Questo è un nodo avviluppato
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Il testo:

Questo è un nodo avviluppato,
Questo è un gruppo rintrecciato.
Chi sviluppa più inviluppa,
Chi più sgruppa, più raggruppa;
Ed intanto la mia testa
Vola, vola e poi s’arresta;
Vo tenton per l’aria oscura,
E comincio a delirar.


Opera: Il barbiere di Siviglia
Compositore: Gioacchino Rossini
Librettista: Cesare Sterbini
Aria: Largo al factotum
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Il testo:

Largo al factotum della città, largo !
Tralala-lalala-lalala-la !
Presto a bottega che l’alba è già, presto !
Tralala-lalala-lalala-la !
Ah, che bel vivere, che bel piacere
Che bel piacere, per un barbiere di qualità, di qualità !
Ah, bravo Figaro! Bravo, bravissimo! Bravo !
Tralala-lalala-lalala-la !
Fortunatissimo per verità, bravo !
Tralala-lalala-lalala-la !
Fortunatissimo per verità !
Tralalala, etc. !
Pronto a far tutto, la notte e il giorno
Sempre d’intorno in giro sta.
Miglior cuccagna per un barbiere,
Vita più nobile, no, non si da.
Tralalala, etc. !
Rasori e pettini, lancette e forbici,
Al mio comando, tutto qui sta.
Rasori e pettini, lancette e forbici,
Al mio comando, tutto qui sta.
V’è la risorsa, poi, de mestiere
Colla donnetta… col cavaliere…
Colla donnetta… tralalalera
col cavaliere… tralalalalalalalala
La-la-la !
Ah, che bel vivere, che bel piacere
Che bel piacere, per un barbiere di qualità, di qualità
Tutti mi chiedono, tutti mi vogliono,
Donne, ragazzi, vecchi, fanciulle :
Qua la parrucca… Presto la barba…
Qua la sanguigna… Presto il biglietto…
Qua la parrucca, presto la barba,
Presto il biglietto… ehi!
Figaro! Figaro! Figaro!, etc.
Ahimè, che furia! Ahimè, che furia!
Uno alla volta, per carità! per carità! per carità!
Uno alla volta, uno alla volta, uno alla volta, per carità!
« Figaro! — Son qua. — Ehi, Figaro! — Son qua. »
Figaro qua, Figaro là Figaro su, Figaro giù
Pronto prontissimo son come il fulmine:
Sono il factotum della città
Della città
Ah, bravo Figaro! Bravo, bravissimo
Fortunatissimo, fortunatissimo, fortunatissimo per verità.
Tralalala, etc. !
A te fortuna, a te fortuna, a te fortuna non mancherà.
Sono il factotum della città
Della città


Opera: La Traviata
Compositore: Giuseppe Verdi
Librettista: Francesco Maria Piave
Aria: Libiamo ne’ lieti calici
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Il testo:

Alfredo: Libiamo, libiamo ne’ lieti calici,
che la bellezza infiora;
e la fuggevol’ ora s’inebrii a voluttà.
Libiam ne’ dolci fremiti che suscita l’amore,
poiché quell’occhio al core onnipossente va.
Libiamo, amore; amor fra i calici più caldi baci avrà.
Tutti: Libiam, amor fra i calici Più caldi baci avrà.
Violetta: Tra voi, tra voi saprò dividere il tempo mio giocondo;
tutto è follia follia nel mondo
Ciò che non è piacer.
Godiam, fugace e rapido è il gaudio dell’amore;
è un fior che nasce e muore, né più si può goder.
Godiam c’invita c’invita un fervido accento lusighier.
Tutti: Ah! Godiamo, la tazza e il cantico
la notte abbella e il riso,
in questo in questo paradiso
ne scopra il nuovo dì.
Violetta: La vita è nel tripudio…
Alfredo: Quando non s’ami ancora…
Violetta: Nol dite a chi l’ignora,
Alfredo: È il mio destin così…
Tutti: Godiamo, la tazza la tazza e il cantico
la notte abbella e il riso,
in questo in questo paradiso
ne scopra il nuovo dì.


Opera: I pescatori di perle
Compositore: Georges Bizet
Librettisti: Eugène Cormon, Michel Carré
Aria: Je crois entendre encore
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Il testo:

Je crois entendre encore
Caché sous les palmiers
Sa voix tendre et sonore
Comme un chant de ramiers.
Oh nuit enchanteresse
Divin ravissement
Oh souvenir charmant,
Folle ivresse, doux rêve!
Aux clartés des étoiles
Je crois encor la voir
Entr’ouvrir ses longs voiles
Aux vents tièdes du soir.


Opera: Gianni Schicchi
Compositore: Giacomo Puccini
Librettista: Giovacchino Forzano
Aria: O mio babbino caro
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Il testo:

O mio babbino caro,
Mi piace è bello, bello;
Vo’ andare in Porta Rossa
a comperar l’anello!
Sì, sì, ci voglio andare!
E se l’amassi indarno,
andrei sul Ponte Vecchio,
ma per buttarmi in Arno!
Mi struggo e mi tormento!
O Dio, vorrei morir!
Babbo, pietà, pietà!…
Babbo, pietà, pietà!


Opera: Turandot
Compositore: Giacomo Puccini
Librettisti: Giuseppe Adami, Renato Simoni
Aria: Nessun dorma
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Il testo:

Il principe ignoto: Nessun dorma! Nessun dorma!
Tu pure, o Principessa,
nella tua fredda stanza guardi le stelle
che tremano d’amore e di speranza…
Ma il mio mistero è chiuso in me,
il nome mio nessun saprà!
No, no, sulla tua bocca lo dirò,
quando la luce splenderà!
Ed il mio bacio scioglierà il silenzio
che ti fa mia.
Voci di donne: Il nome suo nessun saprà…
E noi dovrem, ahimè, morir, morir!
Il principe ignoto: Dilegua, o notte! Tramontate, stelle!
Tramontate, stelle! All’alba vincerò!
Vincerò! Vincerò!


La casella di posta elettronica info@casadellospettatore.it 
è a disposizione di quanti vogliano stabilire un contatto diretto 
con lo Sportello didattico dei Teatri di Bari, per confrontare 
esperienze, spunti e modalità di impiego delle schede

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