di CARROZZERIA ORFEO
drammaturgia GABRIELE DI LUCA,
regia GABRIELE DI LUCA, MASSIMILIANO SETTI,
con ELSA BOSSI, MARINA OCCHIONERO, CHIARA STOPPA
assistente alla regia MATTEO BERARDINELLI
musiche originali MASSIMILIANO SETTI
scene ENZO MOLOGNI
costumi ELISABETTA ZINELLI
direzione tecnica e luci SILVIA LAURETI
macchinista CECILIA SACCHI
realizzazione scene ATELIER SCENOGRAFIA FONDAZIONE TEATRO DUE
realizzazione costumi ATELIER SARTORIA FONDAZIONE TEATRO DUE
illustrazione locandina FEDERICO BASSI, GIACOMO TRIVELLINI
foto di scena SIMONE INFANTINO
organizzazione LUISA SUPINO, FRANCESCO PIETRELLA
ufficio stampa RAFFAELLA ILARI
produzione FONDAZIONE TEATRO DUE, ACCADEMIA PERDUTA/ROMAGNA TEATRI, TEATRO STABILE D’ABRUZZO, TEATRI DI BARI, FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL-CAMPANIA TEATRO FESTIVAL
Una dark comedy ambientata in un piccolo paese di pescatori tra gli anni ‘80 e ‘90. Protagoniste sono tre donne di diverse generazioni – Lori, Betti e Iris – unite da un tragico lutto avvenuto vent’anni prima e ancora avvolto in un’aura di mistero. Il paese emerge come un frammento dimenticato, circondato da un vasto lago e da una palude minacciosa che lo isola dal mondo esterno, un microcosmo sospeso tra arcaismo e quotidianità, dove una piccola comunità persiste ancorata a consuetudini superate.
Partendo da questo habitat, Misurare il salto delle rane, la nuova produzione di Carrozzeria Orfeo, senza rinunciare all’ironia che la contraddistingue, vuole essere un’indagine poetica e tragicomica sulla condizione umana contemporanea: un viaggio nell’intimità di tre esistenze femminili che si specchiano l’una nell’altra e che, in modo diverso, rifiutano etichette imposte dall’esterno. Tre età, tre mondi, tre stagioni della vita che intrecciano le loro esistenze, scavate da lutti e assenze, ma anche da rinascite, alleanze e complicità profonde.
Nucleo pulsante della narrazione è proprio il femminile. Le manifestazioni della violenza e dell’oppressione verso le donne, endemiche nei contesti rurali dell’epoca, affiorano nel tessuto sociale della comunità con modalità sottili ma pervasive. I personaggi maschili incarnano quasi invariabilmente figure di minaccia o fallimento.