La scena si trasforma in un ambiente fluido e tridimensionale, un luogo sospeso dove i corpi agiscono come presenze vive, in costante tensione tra gravità e leggerezza, tra interiorità e contatto.
L’uso di attrezzature aeree non convenzionali diventa parte integrante della grammatica scenica: non semplice supporto tecnico, ma dispositivo poetico che consente di esplorare nuovi equilibri percettivi e spaziali. La sospensione, qui, non è solo fisica, ma simbolica: evoca una condizione esistenziale in bilico, un’umanità che si interroga, si osserva, si trasforma.
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