di e con PIERA DEL GIUDICE
Questo spettacolo nasce come un gesto di scambio verso chi guarda. Al centro l’attore, attraversato da personaggi, apparizioni, esistenze gioiosamente tragiche e grottesche, sospese tra lo smarrimento di dover vivere e il tentativo di conformarsi. Dall’amore, vissuto, interrotto, negato, invocato. Dalla solitudine che appare come un castigo per rivelarsi poi forse anche un dono. Da Dio, amato, vissuto, negato, invocato. Al centro il teatro, specchio che ci mostra la vita e ci tiene incollati a guardare il mistero della sua miseria e della sua luce e “… i sogni, la musica, la preghiera, l’amore. Tutto l’infinito che è negli uomini…”
Condividi su: