IL SERVO

Teatro Kismet il 03/02/2018 21.00 il 04/02/2018 21.00

Teatri Uniti/Casa del Contemporaneo IL SERVO

Di Robin Maugham
Traduzione di Lorenzo Pavolini

con
Tony Laudadio (Richard Merton)
Emilia Scarpati Fanetti (Sally Grant)
Andrea Renzi (Tony Williams)
Lino Musella (LesBarrett)
Maria Laila Fernandez (Vera/Mabel)

Regia
Andrea Renzi, Pierpaolo Sepe

Il servo, è un romanzo breve di Robin Maugham. Quando nel 1948 fu dato alle stampe e distribuito nelle librerie inglesi fu considerato “un piccolo capolavoro di abiezione”, mentre la critica aveva riconosciuto al giovane scrittore un talento di narratore pari a quello dello zio, il grande SomersetMaugham. Ancora oggi, il romanzo è considerato una ‘commedia nera’ e di scavo psicologico, la cui trama – chiusa all’interno di una casa borghese– si struttura come una ragnatela, lentamente tessuta dal “servo.

Al centro del racconto, la vicenda di un rapporto di dominazione e assuefazione di un uomo su un altro uomo: Barrettè un domestico che prende servizio nella casa di Tony, ricco avvocato londinese. Inizialmente, “il servo” sembra assolvere con zelo il proprio incarico, ma attraverso ambigui giochi psicologici si arriverà al rovesciamento dei ruoli “servo\padrone”. Nel gioco perverso entrano in campo anche l’amico- testimone della vicenda, Richard, la fidanzata di Tony, Sally, la nipote di Barrett, Vera e la misteriosa Mabel

Il lavoro di Andrea Renzi e Pierpaolo Sepe parte dall’adattamento teatrale che lo stesso Maugham realizzò nel 1958 e evoca le atmosfere del celebre film di Joseph Losey del 1963 con la sceneggiatura di Harold Pinter. La traduzione di Lorenzo Pavolini (che aveva già tradotto il romanzo, nel 2000, per e\o) intreccia le due versioni del testo, concentrandosi essenzialmente sulla scrittura del romanzo che, rispetto al testo teatrale, “è decisamente più scarna e minima, concentrata nel raccontare un preciso costume sociale – evidenzia Pavolini nelle note alla traduzione – .Infatti nel racconto c’è l’amicizia e la gioventù in tutta la sua ambigua e irrinunciabile forza, la malinconia e la vitalità di una generazione che usciva dalla guerra, il legame creato tra uomini che sono stati prima di tutto compagni di trincea, soldati, e che ora tornano alla vita, alla città, al sesso, ai problemucci di sempre (…) il tutto in un mondo sospeso tra ieri e oggi, alla metà del secolo, dove i domestici sono servi e alla fidanzata si fa la dichiarazione, dove la Londra vittoriana non si è ancora sciolta nello swinging, le prostitute hanno la pelle rovinata e sono il male, l’omosessualità è fosteriana e la sensualità una perdizione. Barrett è un demonio che cresce dal fango della democrazia ed è pronto a prendere il sopravvento contro l’artistocratico cadente, o per lo meno a guidarlo, a costringerlo a una sommaria equiparazione dei costumi e dei gusti verso il basso (…) nel racconto di Maugham è l’ossessione erotica a decidere le cose. Il servo del Novecento è un medico al capezzale delle antiche classi dominanti, siano esse nobili o ricche borghesi. Il suo rimedio è velenoso: come per tante patologie di origine sociale l’oblio, la rimozione, sono parte integrante del disturbo e conducono al disastro”

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