La storia
Kate è la prima attrice della compagnia di “tal” William che, invitata ad Elsinore, deve recitare il drammetto composto da Amleto per smascherare lo zio, l’omicida del proprio fratello, l’amato re di Danimarca. Amleto si invaghisce di Kate e abbandona tutti i suoi progetti di vendetta. Non solo: vuole che Kate interpreti il personaggio di Ofelia che, in una nuova opera scritta appositamente dal principe, diviene il personaggio apparentemente protagonista del plot. In effetti interpretando questo personaggio, stretto tra i tanti personaggi maschili, alla cui subalternità Lilì (Ofelia) non può sottrarsi, Kate deciderà di abbandonare il progetto, che pur, in una fuga d’amore e di arte, l’avrebbe portata a recitare a Parigi.

Lo spettacolo
La messinscena, nei costumi di Tommaso Lagattolla, e’ ambientata nel 1973, anno di uscita de “Un Amleto di meno”, film di Carmelo Bene (del maestro ricorrono, nel 2017, quindici anni dalla morte).
A quest’opera, oltre che all’opera “amletica” di Jules Laforgue, da cui trae ispirazione lo stesso film, così come e ovviamente, al dramma shakesperiano per eccellenza, si ispira liberamente la drammaturgia e la regia composta da Mimmo Mongelli, che si è servito, per alcune parti, dell’opera biografica “Vita di Carmelo Bene” dello stesso Bene e di Giancarlo Dotto, nonché della vicenda di una delle attrici del cinema italiano più amate e più abusate dallo show business: Laura Antonelli, magistrale interprete del film “Malizia” (sempre del 1973), da cui sono tratti alcuni passaggi presenti nello spettacolo.
La scenografia è su bozzetto di Beppe Sylos Labini, realizzato dagli allievi del corso di scenografia della Accademia di Belle Arti di Bari, guidati dal docente di scenotecnica, Antonio De Carlo.
Musiche a cura dello stesso regista Mongelli. L’attrice è Antonella Maddalena, interprete di numerose opere teatrali e cinematografiche, essa stessa regista e autrice di lavori volti al rinnovamento dei linguaggi scenici.

Il significato
Ofelia qui è il paradigma del personaggio femminile per eccellenza, costretto in posizione subalterna e riflesso dell’azione dei personaggi maschili; Kate paradigma della condizione dell’attrice che prende coscienza della seriale espropriazione del suo femminile, perché se ne faccia rotella della redditizia catena del mercato dello Spettacolo.